Ultime recensioni pubblicate

giovedì 17 novembre 2016

[Segnalazione Self] È qui che volevo stare, di Monica Brizzi

Buon pomeriggio sognatori,
oggi vi segnalo il nuovo libro di Monica Brizzi, una lettrice di questo blog e blogger anch'essa (Il mondo di M.), che da qualche tempo ha visto prendere vita il cartaceo del suo romanzo E' qui che volevo stare (uscito a marzo in ebook e solamente a settembre in cartaceo).




Una promessa fatta dieci anni prima. Tornare in Grecia, ancora una volta, tutti insieme. È questa l’idea che spinge un gruppo di trentenni a ripetere la gita dell’ultimo anno di scuola. Peccato che Sofia, una ventinovenne così rossa e piena di lentiggini da essersi meritata il soprannome di Gnomo, non sia pronta a ritrovare tutti, soprattutto Michele, l’ex da cui cerca di scappare. Ma anche Giusti e Paolucci, l’imbucato Martinelli, le ragazze della E, il professore di storia dell’arte, la bidella, Tommaso, l’amico di sempre, il ragazzo di Ragioneria che conosce sin dai tempi delle medie. Tra strane scoperte, nuovi amori, tradimenti, serate in discoteca, pianti e risate a non finire, immersa nella Grecia delle grandi divinità, Sofia riuscirà una volta per tutte a sconfiggere la sua chimera?


Titolo: È qui che volevo stare
Autrice: Monica Brizzi
Pagina Facebook autrice: https://www.facebook.com/ilmondodim/ 
Casa editrice: autopubblicato
Genere: romance
Data di uscita: 30 marzo 
Pagine: 248 (150 ebook)
Prezzo: 11,48 € (1,99 € ebook)


Monica Brizzi, classe 1983, scrive da quando è poco più che una ragazzina. Ama leggere un po' di tutto, dai grandi classici alla fantascienza. Quando scrive, però, finisce quasi sempre per raccontare storie d'amore ironiche. Oltre a È qui che volevo stare è autrice di Innamorarsi ai tempi della crisi e Il mio supereroe, edito da Delos Digital. Gestisce un blog in cui parla di tutto e di niente, anche se i temi conduttori sono la scrittura, i libri e la sua timidezza. 


ESTRATTO

La mia bocca si apre e forma un tondo perfetto, un tondo che non riesco a riempire con l’aria. È serio, serio come riesce a diventare solo quando pensa ad altro, quando la sua mente si assenta dal mondo, e mi scruta per qualche istante. Il suo indice percorre, dolcemente, i contorni della mia bocca e non so cosa mi passa per la testa, non lo so, ma io la socchiudo e ce lo incastro dentro, poi gli do un lieve bacio.
Lui deglutisce e lascia il dito lì, io chiudo gli occhi e mi chiedo cosa dovrei fare. Quando li riapro continua a guardarmi e gli do un altro bacio.
«La birra sta facendo effetto», mormora.
«Sì.» Una mano che esce dal mio corpo, ma che non è assolutamente guidata dalla mia mente, si appoggia sul suo braccio e scorre avanti e indietro. Tutto quello che faccio non è gestito da me, o dalla mia razionalità, ma dalla birra, o dal piccolo ateniese, ne sono sicura, altrimenti non potrei spiegare perché mi avvicino tanto a lui, al punto da avere la bocca a pochi centimetri dal suo collo. E non potrei nemmeno spiegare perché gli deposito un bacio sotto la mandibola, e poi sulla vena del collo e poi - maledizione, cosa sto facendo? - perché gliela lecco.
Un ringhio esce dalla sua gola e mi vibra sulla lingua. Le sue mani si appoggiano sui miei fianchi, mi prendono in collo e mi appoggiano sulle sue gambe. Con la mano si intrufola tra i miei capelli e con la lingua fa la stessa identica cosa che ho fatto io, ma quando la fai lui perdo qualunque contatto con l’universo. Mi esce un gemito e sento che si irrigidisce senza smettere di passarmi la bocca sul collo, sulla mascella e di darmi baci che mi tolgono il respiro. Le mie dita iniziano a muoversi sul suo torace, si muovono sul suo petto e mi viene naturale sistemarmi meglio a sedere su di lui e guardarlo negli occhi. Ansimiamo, uno davanti all’altro, nemmeno ci fossimo baciati.







Ti potrebbero interessare:


2 commenti:

Mi fa sempre piacere sapere che siete passati di qui, con un piccolo commento o un semplice saluto.