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venerdì 24 maggio 2019

Intervista a Valeria Ancione e Patrizia Panico per Volevo essere Maradona

Buongiorno amici lettori,
durante il Salone del Libro, insieme ad altri blogger, ho avuto la possibilità di intervistare Valeria Ancione e Patrizia Panico per conoscere la storia di Volevo essere Maradona, uscito per Mondadori il 16 maggio.




Titolo: Volevo essere Maradona
Autore: Valeria Ancione
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 14 maggio 2019
Pagine: 192
Prezzo: 17,00 €
Link Amazon: https://amzn.to/2WMKVnS


«Il pallone si trasforma in ali, le ali della mia felicità, e io so che posso volare.»
Non è facile la vita se sei femmina fuori e calciatore dentro. Patrizia però ha talento da vendere, non demorde e imbraccia il suo pallone come uno scudo, senza fermarsi davanti a niente e nessuno: né davanti alla madre, che le ripete di continuo di scendere dalle nuvole e studiare, né davanti ai ragazzi della borgata, convinti che una femmina non possa giocare a calcio. Grazie alla sua tenacia entra in una vera squadra e, di sfida in sfida, il suo sogno spicca il volo, portandola lontano, tra serie A e Nazionale. Patrizia però non dimentica mai il vero significato che ha per lei il pallone: è un rifugio, un amico fidato, un’ancora di salvezza negli anni dell’adolescenza. In una parola: è tutta la sua vita. Una storia vera, che tra realtà e finzione ci accompagna nella vita di una ragazza che ha fatto del calcio la sua più grande avventura. Il racconto di un sogno straordinario, la prova che sulle ali di un sogno chiunque può volare.



Valeria, come è nato il libro e come è nata l'idea di lavorare insieme a questa storia?
Ho conosciuto Patrizia per lavoro perchè mi occupo di calcio femminile. La prima intervista è uscita con il titolo "Volevo essere Maradona", è stata la prima cosa che mi ha detto! Poi, per caso, ci siamo trovate, lei era alla fine della sua carriera (mancavano ancora due stagioni) ed aveva l'idea di pubblicare una biografia.
Volevo essere Maradona è un romanzo dove si incontrano due diversità e due passioni, Patrizia ha la passione per il calcio, io per la scrittura. Ci siamo date un bell'assist per fare gol!

Partendo dal titolo del romanzo Volevo essere Maradona, hai mai voluto essere come qualcuno che conosci, ti sei mai voluta sentire come qualcun'altro?
(Valeria) Pensarmi in questo modo no, sicuramente ho degli scrittori preferiti, mi capita quando leggo di dire "avrei voluto scriverlo io", ma non mi identifico con qualcun'altro. Il punto focale di questo romanzo è il credere in un sogno, anche se questo sembra impossibile. Questa storia è un bellissimo regalo che mi ha fatto Patrizia. Anche se avevo già esordito come scrittrice, Volevo essere Maradona mi ha permesso di continuare a credere in un sogno.

Come vi siete organizzate con il lavoro?
(Patrizia) L'organizzazione del lavoro è stata la parte più difficile. Valeria mi ha praticamente stalkerizzato perchè io non sono mai a Roma, mi ha rincorso, ricordandomi le cose. E' stato tutto un suo lavoro.
(Valeria) In effetti è vero, è iniziata una bella relazione epistolare, alla fine le ho detto "scriviamoci così forse ce la facciamo". Patrizia mi ha permesso di entrare nella sua testa ed io ho vissuto in prima persona la sua vita.

Valeria, quanto hai impiegato a scrivere il romanzo?
Solamente a scriverlo o tutto il tempo per mettere in piedi il romanzo? Il primo messaggio di Patrizia è stato a marzo 2015. Come vi raccontavo prima, abbiamo iniziato una relazione epistolare, qualche incontro di persona, poi alla fine ci incontravamo per le partite di calcio. Dopo un po' di frequentazione ho inziato le stesure di questa biografia per adulti, cercando il modo di fare una biografia particolare, che si distinguesse dalle altre, anche perchè Patrizia è una calciatrice e purtroppo non ha la stessa risonanza di un atleta uomo. Dopo diverse stesure, nel 2017, vista anche la difficoltà di incontrarsi per per gli impegni di entrambe (Patrizia in quegli anni era diventata tecnico dell'under 15 maschile), le ho proposto di fare una biografia destinata ai ragazzi. Il concetto più importante da esprimere era il sogno di Patrizia, la voglia di arrivare, di riscattarsi, uscire dalla borgata in cui è nata ed esplodere.

Patrizia, una parte importante in questo romanzo è la questione femminile. Giocare a calcio per una donna in un mondo prettamente maschile non è semplice, hai mai desiderato essere nata uomo?
Assolutamente sì! Molte volte sono venuti da me dirigenti o squadre importanti che mi dicevano "se solo fossi stata uomo saresti milionaria". Ma purtroppo non è così. La mia strada però è in salita, alla fine sono contenta di aver fatto quello che ho fatto nella versione femminile. Mi sento molto fortunata, alla fine è uscito un libro che parla di me e della mia passione, mentre ci sono tantissime mie colleghe che hanno fatto cose strepitose e che magari nessuno lo sa.

Valeria, qual è stata la principale difficoltà che hai incontrato nel vestire i panni di Patrizia?
In realtà il mio sogno era di giocare a basket (avevo lo stesso numero di Patrizia) e volevo fare quello nella vita ma non avendo il phisique du role e la bravura ho smesso. Secondo me, per certi versi, io e Patrizia ci assomigliamo. Lei è stata, e lo è tutt'ora, una che viene ascoltata quando parla, che riesce a fare squadra, in questo ci assomigliamo. Il regalo più grande che mi ha fatto è esser stata Patrizia Panico, mi ha fatto vivere il sogno di una sportiva.

Patrizia, come ti sei sentita quando hai riletto il romanzo?
Mi sono emozionata! Perchè un conto è raccontarlo, immaginarlo, ricordarlo, ma Valeria è stata capace di mettere tutto insieme ed è stata un'emozione pura. Anche adesso, sfogliandolo qui, mi emoziono.

Patrizia, hai costruito la tua storia da sola. Come è stato metterti a nudo per far si che la tua storia diventasse un romanzo?
A dir la verità non ho costruito tutto da sola, una buona dose di energia me la davano le persone che mi stavano accanto, chi per un modo chi per l'altro, amiche o ostili che fossero. Diciamo che sono anche stata fortunata nel vedere positività nelle cose negative.
Per quanto riguarda il libro, il merito è di Valeria! Io le raccontavo gli episodi che avevo in mente, molte volte non ricordavo subito ma poi le mandavo un messaggio quando ero fuori perchè in quel momento mi era venuta in mente una cosa ed era lei poi a mettere insieme i pezzi. Non è stato semplice, alcune cose le avevo rimosse ma raccontando alcuni passaggi a Valeria mi ritornavano in mente. E' merito suo esser riuscita a comporre un puzzle della mia vita.
(Valeria) E' forse la definizione migliore! Questo romanzo è un puzzle pieno di episodi diversi.

Volevo essere Maradona è a tutti gli effetti un romanzo che parla di sogni. Quanto è importante comunicare ai giovani lettori, soprattutto alle ragazzine, di continuare a credere nei propro sogni?
(Patrizia) Io sono dell'idea che tutti dobbiamo avere dei sogni ma soprattutto bisogna avere la forza di sacrificarsi per raggiungerli, quello è il messaggio da comunicare. Bisogna dedicarsi ai propri sogni in maniera costante, anche di fronte alle mille difficoltà. Al giorno d'oggi i ragazzi hanno tanti sogni ma poi hanno paura di sacrificarsi per raggiungerli.
(Valeria) Il sogno di Patrizia era un sogno difficile, non sapeva neanche ci fosse il calcio femminile quando giocava da bambina eppure ci ha creduto da subito. Io ho tre figli adolescenti, hanno tanti sogni nascosti ma ho la sensazione che si vergognino a sognare e non hanno la capacità di sacrificarsi per raggiungerli.
I sogni sono come la pelle, anche se apparentemente si strappano, in realtà dentro di noi i sogni si ricuciono, chi ha avuto un sogno da ragazzino, l'ha coltivato e ci ha creduto, anche se l'ha messo da parte prima o poi il sogno viene fuori.

Ringrazio Valeria Ancione e Patrizia Panico per la disponibilità a rispondere alle nostre domande, la Mondadori (ed in particolare Elisa) per avermi dato l'opportunità di conoscere Volevo essere Maradona.




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