Buon venerdì amici lettori,
oggi vi porto la recensione di un altro romanzo letto con il CerberoBookClub: vi lascio il mio pensiero su If we were villains di M.L. Rio, (nella prima edizione italiana il titolo era Non è colpa della luna), un dark academia (ma che non ha nulla di fantasy) uscito a fine 2022 per Frassinelli.
Titolo: If we were villains. Non è colpa della luna
Autore: M.L. Rio
Editore: Frassinelli
Pagine: 336
Prezzo: 19,90 €
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Quando gli amici diventano nemici, non c'è limite al male che possono farci. Oliver Marks ha scontato dieci anni di carcere per l'omicidio di un compagno di college. Ai tempi della condanna, non tutti erano convinti della sua colpevolezza, in primis il detective Colborne, che ora lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. La storia che Oliver si accinge a raccontargli si svolge alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di arte drammatica degli Stati Uniti, dove Shakespeare è venerato come un dio e non c'è limite alla competizione. Giovani, belli, ambiziosi, Oliver e i suoi sei amici sono inseparabili e dividono il tempo fra prove, performance e feste all'insegna dell'eccesso. Ma, una volta giunti al quarto e ultimo anno, qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo, finché, un freddo mattino di novembre, viene trovato morto. A quel punto, per ognuno dei sei giovani attori rimasti inizia la prova di recitazione più ardua: convincere la polizia, gli altri e se stessi della propria innocenza. Perfetta per i fan del 'dark academia', una storia di lealtà e tradimento, follia e ossessione, colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l'arte.
«Se siete seduti in questa stanza stasera, significa che siete stati accettati nella stimata famiglia Dellecher. Qui vi farete molti amici, e forse alcuni nemici. Non lasciate che quest’ultima prospettiva vi spaventi: se non vi siete fatti alcun nemico nella vostra vita, significa che avete vissuto troppo prudentemente. E questo è ciò che desidero scoraggiare.»
Ormai ci ho preso gusto con il genere del dark academia ed ho adorato tantissimo If we were villains di M.L. Rio, anche se mi ero un po' illusa credendo avesse una componente fantasy. Alt! Non fatevi illudere dalla copertina super curata, se cercate un fantasy qui non troverete niente del genere, ma è bello ed emozionante ugualmente!
Dopo aver scontato 10 anni di carcere per l'omicidio di un compagno di studi, Oliver Marks riceve la visita del detective Colborne, che all'epoca aveva seguito le indagini ma che è sempre stato convinto dell'innocenza di Oliver. Oggi Colborne non lavora più per la polizia e vuole sapere da Oliver la verità su cosa davvero è successo alla Dellecher.
Durante un lungo flashback, Oliver ci presenta James, Filippa, Alexander, Meredith, Richard e Wren, i suoi compagni di studi alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di belle arti degli Stati Uniti. In particolare, Oliver frequenta il corso d'arte drammatica, dove vive ed interpreta Shakespare in tutte le sue opere per i quattro anni di studi. Amicizie, gelosie e invidie adolescenziali tra i giovani attori saranno all'ordine del giorno, ma tutto inizierà a crollare quando uno di loro verrà trovato morto.
«Tutti...» Scossi la testa mentre facevo a brandelli il tovagliono con dita brucianti e rapide. «Stiamo cadendo a pezzi.»Ormai sapevo come sarebbe andata a finire la storia. Il nostro piccolo dramma stava sfrecciando velocemente verso il climax critico. Cosa sarebbe successo poi, quando avremmo raggiunto il precipizio?Prima, la resa dei conti. Poi, la caduta.
La particolarità che mi ha maggiormente colpito di If we were villains di M.L.Rio è lo stile di narrativo. Tutto il romanzo si basa sulle opere, in particolare le tragedie, del drammaturgo inglese Sir William Shakespeare e proprio come una vera tragedia, quelle che appunto studiano i nostri giovani attori, il romanzo è diviso in 5 atti, tutti di una intensità crescente rispetto al precedente.
La caratterizzazione dei personaggi è senza alcun dubbio il punto forte del romanzo ed io l'ho apprezzata maggiormente durante la mia scena preferita, quella dello spettacolo di Halloween sulla spiaggia.
L'arte drammatica di Shakespeare viene talmente venerata all'interno della Dellecher che i ragazzi ormai parlano e ragionano come lui, o meglio come le sue opere. Alcune volte i giovani attori si immedesimano così tanto nei personaggi che devono rappresentare da diventarne una loro copia vivente, destinati quasi alla pazzia, visto che si tratta per lo più di tragedie.
Io ho letto il romanzo nell'edizione speciale del decennale, uscita qualche mese fa, e non ho mai speso così bene i soldi per un volume: è super ricco di dettagli e illustrazioni ma quello che mi ha colpito di più è stato leggere i dialoghi fra i personaggi inframezzati dai versi di Shakespeare, in cui si capisce pienamente l'intenzione dell'autrice di far capire al lettore che i ragazzi vivevano Shakeaspere al 100%, tanto da minarne anche il loro modo di parlare.
Conosciamo quindi Oliver, voce narrante di questo romanzo, un ragazzo sensibile ed altruista ma che fatica a prendere una decisione; James è schivo perchè ha paura di perdersi troppo nei personaggi che interpreta; Filippa, intelligente ed ambigua, come i personaggi che interpreta perchè aveva l'abilità di interpretare un uomo o una donna senza distinzione; il carismatico Alexander, l'uomo della festa; lo sprezzante Richard, a cui lui tutti i ruoli di protagonista sembravano essergli cuciti addosso; la bellissima Meredith, ragazza di Richard, a lei spettavano sempre i ruoli più sexy e spregiudicati anche se non sempre li voleva; e infine Wren, gentile, dolce ma che con quel carattere occupava sempre ruoli in cui nessuno la notava, non le veniva assegnato mai alcun ruolo degno di azione.
«È così che una tragedia come la nostra o il Re Lear ti spezza il cuore: ti fa credere fino all'ultimo che il lieto fine sia possibile»
I protagonisti di If we were villains sono ragazzi usciti da poco dall'età dell'adolescenza, che vivono in quel periodo in cui non sai ancora dove andare e cosa fare della tua vita. Ed è stato il periodo migliore, secondo me, in cui inserire questa storia, dove a volte realtà e finzione si intersecano, dove ogni sentimento è troppo forte, troppo rumoroso, a volte è solo troppo e basta. La capacità di rappresentare la psiche di questi giovani attori l'ho trovata davvero unica: il loro comportamento, i loro drammi interni, la vicinanza a determinati personaggi di Shakespeare, l'ansia che nasce in loro perchè devono essere perfetti è qualcosa che mi ha colpito è avvicinato a loro. Come al giorno d'oggi, noi siamo completamente immersi nell'ansia da prestazione, nel perfezionismo dei social, nel dover dare il 120% a lavoro. In If we were villians troviamo ciò che questo comporta a delle giovani menti che vogliono soddisfare chiunque creda in loro (tranne loro stessi).
Gli amanti delle opere di Shakespeare DEVONO leggere If we were villains di M.L. Rio. Tutto il romanzo, la narrazione, i personaggi si fondano sulle tragedie del drammaturgo inglese. Ma vi assicuro che anche se non conoscete benissimo le sue opere, come la sottoscritta, apprezzerete ugualmente questo romanzo, specialmente per i suoi personaggi.
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