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sabato 30 gennaio 2021

Intervista a Valentina Gemesio per "Superfici mobili"

Buongiorno amici lettori,
ritorno da voi per portarvi l'intervista che ho fatto a Valentina Gemesio, una giovane autrice che grazie a un viaggio in India, durato un anno, ha dato vita a "Superfici mobili", un romanzo che parla di due culture agli antipodi ma così vicine a noi, così reali.



Titolo: Superfici mobili
Autore: Valentina Gemesio
Editore: 0111 Edizioni
Data di pubblicazione: 29 gennaio 2021
Pagine: 266
Prezzo: 15,90 € (6,99 € ebook)

Due esistenze agli antipodi quelle che Swati e Becca conducono ai capi opposti del mondo: in India lo slum di Dharavi e la battaglia per la vita, in Italia i locali di Torino e la leggerezza di chi quella stessa vita la vuole distruggere. La determinazione di Swati nel costruirsi un futuro diverso da quello al quale la nascita l’ha destinata la fa muovere per la megalopoli con libri tra le mani e borse di studio in tasca, anche quella che un giorno potrebbe regalarle l’Europa. Riuscirà a raggiungere quel continente conosciuto solo nei libri, che le aprirebbe le porte del benessere tanto agognato, per sé e per la famiglia? Ed è poi tutto così roseo in quel luogo dove una bionda pittrice viziata, viziosa e annoiata, trascina le sue giornate verso un baratro sempre più profondo?
Grazie all’avvicendamento e intreccio delle loro storie, le protagoniste scopriranno che la realtà della natura di ognuno giace sotto quella superficie che, sporca o immacolata, nasconde l’anima di un’intera cultura.


BIOGRAFIA
Sono nata il 14/05/1991 a Pinerolo, in provincia di Torino. Sono una lettrice assennata sin dall’infanzia, soprattutto di classici, ma ultimamente divoratrice anche di letteratura contemporanea.
Mi sono laureata in Relazioni Internazionali e dopo aver conseguito la laurea magistrale mi sono iscritta a Lettere, percorso che porto avanti nei momenti liberi dal lavoro e dalla scrittura.
Nel 2017 ho vissuto 6 mesi a Cipro, dove ho scritto la tesi di laurea magistrale, mentre nel 2019 un anno in India, viaggio che ha dato vita a questo libro.
In India collaboravo con una organizzazione non governativa che si occupa di educazione e empowerment femminile negli slum di Mumbai. I pochi che hanno già letto il libro si stupiscono di quanto sia descritta vividamente Swati rispetto a Becca, e questo mi fa sorridere visto che il contesto nel quale Becca è calata lo conosco molto meglio.
Ah, e in questo momento vivo a Milano col mio fidanzato.


Ciao Valentina, benvenuta su Sweety Reviews.
Sei un'autrice esordiente, ti chiederei quindi di raccontarci come è nata la tua passione per la scrittura. Stai anche frequentando la facoltà di lettere, dico giusto?
Sono figlia unica e sin da quando ho imparato a scrivere mi sono divertita a creare dei mondi immaginari pieni di personaggi che mi tenessero compagnia.
A dieci anni il primo Harry Potter mi ha fatto capire che volevo fare la scrittrice, volevo diventare come la persona che era riuscita a trasportarmi in quel mondo fantastico e coinvolgente. 
Poi ho iniziato a leggere i grandi classici e ad innamorarmi di tutti quei scrittori morti che sono i miei grandi miti. Non potevo più tornare indietro, volevo diventare una di loro. La scelta di iscrivermi nuovamente all'università l'ho fatta perchè mi rendo conto di avere delle lacune. La letteratura è la mia più grande passione e voglio conoscerla a fondo, in tutti i suoi anfratti.

Dalla tua biografia ci racconti che "Superfici mobili" è nato da un viaggio durato un anno in India. Il libro arriva dopo il viaggio, quando sei tornata in Italia, o l'idea ti era già venuta quando vivevi lì?
La tipologia di romanzo erano anni che la covavo. Volevo mettere un punto alla prima parte della mia vita con una storia che fosse in grado di racchiudere esperienze vissute e non, persone incontrate o quasi, una giovinezza reale e immaginaria. L'India mi ha dato ciò di cui avevo bisogno: ho capito le cose che per me sono importanti, mi ha donato la concentrazione necessaria a sedermi ogni giorno a scrivere. E i profumi, la vita, la cultura così differente dalla nostra hanno fatto il resto. Mi ha regalato qualcosa di potente di cui scrivere, da un punto di osservazione privilegiato, di chi può permettersi di guardare con occhi nuovi una realtà fino ad allora sconosciuta.
Ho preso gli appunti che in quegli anni avevo accumulato e dopo il primo mese di acclimatamento ho iniziato a scrivere, ogni giorno fino all'ultimo, il 13/02/2020, in cui ho messo un punto. Ancora mi vedo stappare la bottiglia di spumante indiano con le mie coinquiline alle 10 del mattino.

Swati e Becca sono due ragazze agli antipodi, cosa ci puoi raccontare di loro? Con quale delle due ti identifichi maggiormente?
Si potrebbe pensare che sia Becca colei in cui più mi identifico, viste le simili esperienze e origini. Swati è una ragazza indiana, che vive nello slum e proviene dalla strada, non posso dire di avere molto in comune con lei. Becca forse è ciò che sono stata, esasperata in senso negativo, Swati chi avrei voluto essere, esasperata in senso positivo.
Mi piace una frase di Proust che dice “Un libro è il prodotto di un io diverso da quello che si manifesta nelle nostre abitudini, nella vita sociale, nei nostri vizi”, penso di rispecchiarmi un po' in tutte e due e un po' in nessuna.

Da cosa nasce il titolo "Superfici mobili "?
Questa è una domanda difficile, iniziando a rispondere mi sono resa conto che il titolo ha senso nella mia testa ma è complicato da spiegare a parole. Inizio con il dirti che il titolo è venuto terminato il romanzo, quando con uno sguardo d’insieme mi sono detta “certo che dove si vive non è quello che si è, e ciò che si è non rispecchia dove si vive”.
Ho immaginato i luoghi dove abitano le protagoniste, in questo caso Mumbai e Torino, come delle superfici che possono offrire più o meno opportunità agli esseri umani che le calpestano. Poi ho pensato che quelle superfici non sono statiche ma fluide, si muovono con noi che portiamo dentro i luoghi che ci hanno cresciuto e formato.
Non so se è chiaro, forse lo sarà di più leggendo il libro, mi ci sono volute 266 pagine per chiarire a me stessa questo concetto.

Oltre alla scrittura, ci sono altre passioni a cui ti dedichi?
Beh, le mie passioni più grandi sono leggere e viaggiare, nel caso non si fosse capito ^-^ Non riuscirei a vivere senza i libri e senza il mondo. Da quando sono tornata dall’India ho anche iniziato a fare volontariato, a Milano la povertà è meno visibile ma proprio per questo fa ancora più male.
E poi mi piace fare yoga la mattina, nel silenzio, e guardare una tonnellata di film mangiando popcorn.

 
Grazie mille Valentina per aver voluto condividere con me e con i lettori di Sweety Reviews qualche retroscena inedito del tuo romanzo.
Ed a voi lettori che siete giunti fin qui, Valentina è riuscita ad incuriosirvi con il suo "Superfici mobili"?




3 commenti:

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