Buongiorno amici lettori,
esce oggi 27 febbraio "Gli anni incompiuti", l'ultimo romanzo di Francesco Falconi, già conosciuto per i romanzi fantasy "Muses" e "Gray", pubblicati per Mondadori. Francesco ha già pubblicato un racconto per La Corte nell'antologia fantasy "Super", ma oggi esce con un romanzo contemporaneo, che si discosta dai sui progetti precedenti. Insieme ad alcuni blogger, l'abbiamo incontrato lo scorso sabato per una breve intervista, ecco cosa ci siamo detti!
esce oggi 27 febbraio "Gli anni incompiuti", l'ultimo romanzo di Francesco Falconi, già conosciuto per i romanzi fantasy "Muses" e "Gray", pubblicati per Mondadori. Francesco ha già pubblicato un racconto per La Corte nell'antologia fantasy "Super", ma oggi esce con un romanzo contemporaneo, che si discosta dai sui progetti precedenti. Insieme ad alcuni blogger, l'abbiamo incontrato lo scorso sabato per una breve intervista, ecco cosa ci siamo detti!
Titolo: Gli anni incompiuti
Autore: Francesco Falconi
Editore: La Corte
Data di pubblicazione: 27 febbraio 2020
Pagine: 270
Prezzo: 17,90 €
Link Amazon: https://amzn.to/32jQUUs
Marco e Aurora si incontrano per la prima volta il giorno del loro ottavo compleanno. Lei sfoggia un grande sorriso, in testa ha un cerchietto rosso con una farfalla argentata, mentre lui è timido e chiuso nel suo cappotto largo e marrone. I due si parlano appena e sono convinti di non avere nulla in comune se non quella scomoda data di nascita, un compleanno che deve essere festeggiato “più degli altri”, perché il 29 febbraio esiste solo ogni quattro anni. Sarà il giorno che segna inizio di un legame indissolubile. Aurora e Marco crescono insieme e, giorno dopo giorno, diventano inseparabili. Gli anni passano e mentre Aurora sente che il loro rapporto si sta trasformando in qualcosa di più profondo, Marco, pur ricambiando i sentimenti, nasconde un segreto che non riesce a rivelare: prova attrazione anche per il suo stesso sesso. Gli anni incompiuti è la storia di una grande amicizia e del confine, indefinibile, che c’è tra questa e l’amore. Un racconto che parla della conoscenza di se stessi, della difficoltà di crescere, della paura di diventare adulti, di invecchiare, di rimanere soli. Parla della sessualità troppo spesso chiusa in schemi rigidi che la società impone e che, inevitabilmente, si spezzano di fronte ai veri sentimenti. Narra dell’antitesi tra amore fisico e mentale. Un romanzo su intera generazione che è anche uno spaccato della società Italiana e degli eventi storico-politici che vanno dagli anni ’80 a oggi; la storia di due vite che a volte si intrecciano e a volte corrono parallele, nella cornice della Maremma Toscana, tra i vicoli di Siena e l'immortalità di Roma.
"Gli anni incompiuti" racconta di un ragazzo e una ragazza nati il 29 febbraio che si promettono di passare il proprio compleanno insieme, ogni 4 anni. Nasce tra di loro un'amicizia molto intensa, lei comincia a provare sentimenti sempre più forti per lui, che ricambia ma che poi inizia a provare sentimenti sempre più forti anche verso il suo stesso sesso e questo complica la loro relazione.
Francesco, raccontaci da parte tua come è nato questo libro
Inizio con il raccontarvi che ho una storia editoriale abbastanza convulsa, ho scritto tanti libri in tanti anni. Sono sempre abituato ad avere subito l'idea del nuovo romanzo, a metterla nero su bianco, scrivendo la trama, dividendola in capitoli.. diciamo che la prima stesura arriva entro i 6 mesi, tant'è che è capitato che riuscissi a pubblicare anche due libri l'anno.
Questo romanzo invece è diverso dai precedenti. Il libro è nato nel lontano 2013 e poi, per motivi personali e non, a volte non contento della storia che stava prendendo forma, l'ho fermato, ripreso, riscritto diverse volte. E' una storia che ha impiegato molti anni per arrivare a essere quella che davvero desideravo e che potrete leggere.
Generalmente quando scrivo un libro mi pongo sempre un obiettivo che principalmente è quello di non ripetermi rispetto ai libri precedenti, di avere sempre qualcosa che mi dia uno stimolo per superarmi, scrivere un libro per me dev'essere una sfida. Non voglio fare copia-incolla di ciò che ho fatto nel passato, che magari ha anche funzionato commercialmente, e questa volta volevo allontanarmi da quello che è il genere con il quale sono nato, il fantasy, e scrivere semplicemente una storia narrativa. Quando scrivi fantastico hai la "distrazione", l'elemento fantastico che incanta il lettore, in questo romanzo no, le ambientazioni sono quelle conosco, luoghi in cui ho vissuto, e volevo quindi concentrarmi sui protagonisti. Volevo che fosse qualcosa di diverso, volevo raccontare la vita dei protagonisti dall'inizio alla fine, voi li conoscerete all'età di 8 anni e poi ogni 4 anni, il giorno del loro compleanno, fino alla vecchiaia.
Come ti sono venuti in mente i personaggi? Come sono nati, da cosa sei partito?
Marco e Aurora sono nati insieme, desideravo che fossero perssonaggi veri, che dimostrassero le loro debolezze, le loro insicurezze, e che in qualche modo cambiassero nel corso del romanzo. La difficoltà per me è stata soprattutto andare a catturare i personaggi nei vari momenti della loro storia, con la giusta psicologia della loro età, essendoci anche una narrazione in prima persona. Marco e Aurora sono due personaggi che si trovano molto spesso in contrasto tra loro ma anche per questo sono complementari e la loro amicizia appare ancora più vera.
Una cosa molto bella nel tuo romanzo è anche l'ambientazione, non solo il contesto storico, ma anche i luoghi in cui fai vivere la storia.
Venezia è l'unica città che ho vissuto unicamente da turista ed in cui ho ambientato il prologo. Grosseto è la città dove sono nato, Siena è la città dove ho studiato, Roma è attualmente dove vivo. Ho scelto queste città perchè non volevo impegnarmi e sprecare energie in qualcosa che non conoscevo, volevo concentrarmi maggiormente sulla storia.
Come mai il titolo "Gli anni incompiuti"?
A dir la verità, nel lontano 2013, il titolo iniziale che gli avevo dato era "L'attimo bisesto", poi, amici e editore, mi fecero notare la similitudine con il detto "anno bisesto, anno funesto" e quindi forse non era molto interessante come titolo da proporre al lettore.
Il titolo "Gli anni incompiuti" è una sorta di gioco con il lettore. Il romanzo, come ho spiegato, viene raccontato ogni 4 anni e questo secondo me spinge il lettore ad immaginare cosa è successo nei tre anni precedenti, appunto gli anni incomputi.
Da un punto di vista narrativo, arrivando da una narrativa di genere come il fantasy, hai trovato più difficoltà o accoglienza nel raccontare queste emozioni di cui parli, in una dimensione reale rispetto al fantastico?
E' un percorso che avevo già avviato nei miei ultimi libri. Come scrittore sono partito da romanzi per ragazzi, salendo poi di target verso gli young adult per poi arrivare ai più complicati, per gli adulti. Questo percorso mi ha aiutato ha cambiare il mio modo di scrivere. Nella letteratura per ragazzi ci sono dei canoni da rispettare, come inserire l'elemento eroico, l'elemento fantastico, l'azione, più il target dei lettori cresce più questi sono interessati ai personaggi, alla complessità del loro carattere. Avendo fatto questo esercizio nei libri precedenti, ho trovato semplice togliere l'elemento fantastico e concentrarmi solo sulla storia o sui personaggi.
Come mai hai deciso di ambientare "Gli anni incompiuti" negli anni '80? Perchè non hai scelto un'epoca più conosciuta come la prima o la seconda guerra mondiale?
Avendo deciso di narrare in questo libro una vita intera, si parla di circa 5 decadi, fortemente sarebbero entrati gli eventi storici che avrebbero colpito i personaggi, ma se questi eventi non li avessi vissuti in prima persona sarebbe stato complesso, gli eventi sarebbero stati percepiti come protagonisti rispetto ai veri personaggi di questa storia. Volevo che gli eventi storici ci fossero perchè effettivamente rappresentano l'evoluzione dagli anni '80 ad oggi, però non volevo andassero a coprire la storia dei personaggi, volevo che fossero il loro sfondo, così come lo sono stati per noi.
Avendo deciso di narrare in questo libro una vita intera, si parla di circa 5 decadi, fortemente sarebbero entrati gli eventi storici che avrebbero colpito i personaggi, ma se questi eventi non li avessi vissuti in prima persona sarebbe stato complesso, gli eventi sarebbero stati percepiti come protagonisti rispetto ai veri personaggi di questa storia. Volevo che gli eventi storici ci fossero perchè effettivamente rappresentano l'evoluzione dagli anni '80 ad oggi, però non volevo andassero a coprire la storia dei personaggi, volevo che fossero il loro sfondo, così come lo sono stati per noi.
Volevo chiederti come ti vengono le idee per scrivere, se butti giù tutto di getto o fai una scaletta?
Quando arriva un'idea da un'emozione, da un concetto, a un certo punto inizio ad immaginare la trama, gli avvenimenti, i personaggi, lo scrivo su una paginetta di bozza e poi lo butto nel cassetto. Dopo qualche giorno o settimana, lo riprendo per capire se è un'idea che mi convince ed entusiasma e decido se continuare o meno. Però utilizzo anche un'altra tecnica, grazie a Roma. Nel tempo che rimango bloccato in mezzo al traffico, io mi immagino il capitolo che vorrei scrivere, a livello visivo, e poi ripeto la scena più tardi, magari in palestra. Quando poi la sera la vado a scrivere ci impiego molto meno tempo perchè la scena è gia pronta nella mia testa.
Ritornando al romanzo, se la parte iniziale fosse stata ambientata al giorno d'oggi, i personaggi, tenendo presente anche la tematica della sessualità, avrebbero vissuto una storia simile o sarebbe stato diverso?
Questa è una domanda che riguarda un po' tutti noi quando ci domandiamo come fosse stata la mia vita se fossi nato oggi e non alla mia epoca. Credo che parecchie cose sarebbero state diverse. Oggi nei rapporti sociali, nella capacità di crescere e relazionarsi c'è un forte peso da parte dei social network, sono strumenti che a volte facilitano la vita ma che molto spesso la cambiano, e non sempre in meglio. I protagonisti di questo romanzo si sono spalleggiati tanto nella loro storia, affrontando la vita insieme, e forse oggi, molto probabilmente, non avrebbero lo stesso volto.
Quando il lettore finisce il libro, cosa vorresti che gli rimanesse?
Io credo che un buon libro si dice tale quando voltando l'ultima pagina, la storia ha lasciato al lettore un'emozione, che può essere nostalgia, tristezza, gioia o divertimento. Tu scrittore non puoi avere la pretesa che il libro lasci al lettore le stesse emozioni che hai provato tu nel scrivere, l'importante è che il libro lasci qualcosa al lettore.
Spero che questo estratto dell'invervista tenuta sabato vi sia piaciuto e aspetto le vostre opinioni sul romanzo "Gli anni incompiuti" di Francesco Falconi.
Quando arriva un'idea da un'emozione, da un concetto, a un certo punto inizio ad immaginare la trama, gli avvenimenti, i personaggi, lo scrivo su una paginetta di bozza e poi lo butto nel cassetto. Dopo qualche giorno o settimana, lo riprendo per capire se è un'idea che mi convince ed entusiasma e decido se continuare o meno. Però utilizzo anche un'altra tecnica, grazie a Roma. Nel tempo che rimango bloccato in mezzo al traffico, io mi immagino il capitolo che vorrei scrivere, a livello visivo, e poi ripeto la scena più tardi, magari in palestra. Quando poi la sera la vado a scrivere ci impiego molto meno tempo perchè la scena è gia pronta nella mia testa.
Ritornando al romanzo, se la parte iniziale fosse stata ambientata al giorno d'oggi, i personaggi, tenendo presente anche la tematica della sessualità, avrebbero vissuto una storia simile o sarebbe stato diverso?
Questa è una domanda che riguarda un po' tutti noi quando ci domandiamo come fosse stata la mia vita se fossi nato oggi e non alla mia epoca. Credo che parecchie cose sarebbero state diverse. Oggi nei rapporti sociali, nella capacità di crescere e relazionarsi c'è un forte peso da parte dei social network, sono strumenti che a volte facilitano la vita ma che molto spesso la cambiano, e non sempre in meglio. I protagonisti di questo romanzo si sono spalleggiati tanto nella loro storia, affrontando la vita insieme, e forse oggi, molto probabilmente, non avrebbero lo stesso volto.
Quando il lettore finisce il libro, cosa vorresti che gli rimanesse?
Io credo che un buon libro si dice tale quando voltando l'ultima pagina, la storia ha lasciato al lettore un'emozione, che può essere nostalgia, tristezza, gioia o divertimento. Tu scrittore non puoi avere la pretesa che il libro lasci al lettore le stesse emozioni che hai provato tu nel scrivere, l'importante è che il libro lasci qualcosa al lettore.
Spero che questo estratto dell'invervista tenuta sabato vi sia piaciuto e aspetto le vostre opinioni sul romanzo "Gli anni incompiuti" di Francesco Falconi.
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